ARTICOLO: TRATTAMENTO DI FINE RAPPORTO DI LAVORO
Cos’è il trattamento di fine servizio
Per i dipendenti del settore pubblico, il Tfs comprende tre tipi di prestazione, a seconda del tipo di lavoro svolto:
- l’Indennità di Buonuscita (IBU), i cui destinatari sono i dipendenti dello Stato in senso stretto, come i dipendenti dei ministeri e della scuola;
- l’Indennità Premio di Servizio (IPS), di pertinenza dei dipendenti degli enti locali, delle regioni e del servizio sanitario nazionale;
- l’Indennità di Anzianità (IA), destinata ai dipendenti degli enti pubblici non economici e delle camere di commercio.
Mentre il Tfr (trattamento di fine rapporto), che viene erogato ai lavoratori privati, ha carattere di salario differito e consiste nell’accantonamento di una quota di salario, rivalutato ed erogato alla cessazione del rapporto di lavoro, il Tfs ha carattere previdenziale e prevede contributi distinti tra datore di lavoro e lavoratori.
DIPENDENTI PUBBLICI TFS E QUOTA 100
Chi anticiperà l’uscita dal mondo del lavoro con Quota 100 dovrà aspettare fino a 3 anni per riceverlo.
In pensione prima, ma senza percepire subito la liquidazione. È in estrema sintesi la soluzione trovata a livello governativo per risolvere il problema di trovarsi, da un giorno all’altro, a dover versare il trattamento di fine servizio a tutti i dipendenti pubblici che aderiranno a Quota 100.
Il meccanismo di riforma della pensione, contenuto nella Legge di Bilancio 2019, comporta la possibilità di uscire dal mondo del lavoro con 38 anni di contributi a partire dai 62 anni di età. Per evitare di aggravare la spesa pubblica previdenziale nell’anno in corso, si è scelto di posticipare il versamento della liquidazione.
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Per i dipendenti statali l’erogazione del TFS avviene con molti mesi di ritardo rispetto alla cessazione del rapporto di lavoro ed in particolare:
- non prima di 105 giorni dalla cessazione in caso di inabilità o decesso del dipendente;
- non prima di 12 mesi in caso di cessazione del rapporto di lavoro per pensionamento di ufficio o di vecchiaia;
- non prima di 24 mesi in tutti gli altri casi.
Per chi accede alla quota 100 il termine da attendere per la decorrenza, però, non scatta alla reale cessazione del rapporto di lavoro, ma inizia al raggiungimento dei requisiti necessari per accedere alla pensione di vecchiaia cioè al compimento dei 67 anni , quindi , proprio per ovviare a questo ritardo che avrebbe costretto ad un attesa che in alcuni casi poteva arrivare anche a 6 anni, è stato varato il provvedimento per l’anticipo del TFS concesso dalle banche tramite prestito.
Il provvedimento, contenuto del decreto 4/2019, però non è ancora entrato in vigore anche se il regolamento e il funzionamento dello stesso è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale poichè manca ancora l’accordo con le banche convenzionate e l’elenco delle banche che aderiscono all’iniziativa.
In teoria tale elenco dovrebbe essere pubblicato entro la fine dell’anno per permettere a tutti coloro che si sono pensionati con la quota 100 nel 2019 di presentare domanda di anticipo TFS per una somma massima di 45mila euro.